Cari colleghi,
sono imminenti importanti innovazioni che modificheranno in modo sostanziale l’assistenza territoriale e quindi anche l’assistenza primaria nel nostro paese, in un momento in cui la Sanità in Italia non sta attraversando un momento felice.
Il Congresso Nazionale diventa quindi per una organizzazione sindacale l’occasione istituzionale per confrontarsi e decidere le azioni più adeguate in base alla attuale situazione politico-sanitaria e alle esigenze delle colleghe e dei colleghi che operano all’interno del SSN.
Di seguito alcune delle considerazioni che tutti facciamo e sulle quali si riflette da tempo circa le problematiche con cui ci confrontiamo quotidianamente:
▪ Tutti conosciamo bene i problemi generali del nostro SSN, dalle Liste d’attesa ai Pronti Soccorso intasati, alla carenza di personale, al ricorso ai cosiddetti gettonasti, alle aggressioni, etc…
▪ Ad Aprile è stato licenziato e pubblicato il nostro ACN 2019-2022, con l’impegno della parte pubblica di emanare a breve l’atto di indirizzo per avviare il nuovoACN 2022-2024 e sanare la cronica anomalia di rinnovare i contratti anni dopo la scadenza.
▪ È stato poi faticosamente siglato dopo ben 18 anni l’Accordo Integrativo Regionale che apre alla nuova organizzazione del territorio garantendo da un lato il mantenimento di tutte le entrate percepite sinora e dall’altro una serie di opportunità che permetteranno di incrementare in modo sostanzioso le nostre retribuzioni sfruttando tutto ciò che potrà offrire la ristrutturazione dell’assistenza territoriale (l’assistenza nelle residenze ad esempio è già una parte);
▪ Dal 01/01/2025 dovranno esser costituite le AFT (e i compensi saranno erogati in base a questo nuovo assetto organizzativo) e questo comporterà una sostanziale trasformazione della Medicina Generaleche riguarderà tutti indistintamente;
▪ La crescente fuga dalla Medicina Generale di giovani colleghi e la disaffezione verso questa professione(almeno un terzo delle borse per il triennio di formazione in MG rimarranno anche quest’anno non assegnate praticamente in tutta Italia per carenza di partecipanti…) rendono ancora più grave il problema già drammatico della carenza di medici di famiglia in tante aree del nostro paese;
▪ Il sovraccarico burocratico ha raggiunto ormai limitinon più tollerabili;
▪ L’attacco pressoché settimanale alla figura professionale del MMG per mezzo della stampa e di altri mezzi di comunicazione da parte di soggetti che ė sempre più difficile considerare osservatori neutrali piuttosto che non motivati da interessi di parte che puntano alla demolizione di un SSN universalistico e di prossimità e un franco dirottamento verso il privato.
A queste, che sono solo alcune delle gravi preoccupazioniche tormentano la nostra categoria, chi di dovere ha fornito nessuna o, raramente, solo molto parziale risposta.
E quindi…
Nessun atto di indirizzo per il rinnovo del nuovo contratto, nessun decreto attuativo da parte della Regione per l’applicazione degli AIR, nessun segno che si stia lavorando da parte di ASL e Regioni alla progettazione concreta delle AFT e, soprattutto, nessuna voce di finanziamento nella legge di bilancio che riguardi la medicina del territorio (eppure lo stato si propone di realizzare tanto nei prossimi anni, dalle AFT alle Case di Comunità, aumentare la presa in carico della fragilità e della cronicità in modo diffuso per gli over 65, il potenziamento per l’emergenza-urgenza (con le ambulanze medicalizzate senza il medico a bordo per i codici rossi???), potenziare la medicina territoriale (al cui centro dicono tutti ci sia il MMG…) in modo da decongestionare gli ospedali e riportarli alla loro ideale funzione di luogo di cura per le acuzie e per le emergenze. Bei propositi, ma la realtà è che registriamo un costante definanziamento del SSN. Dalle mie parti si dice che “senza soldi non si cantano messe”.
I primi a soffrire di queste situazioni sono i nostri pazienti, cittadini italiani a cui lo Stato deve garantire, come vuole la Costituzione, il diritto alla salute e alle cure, senza nessuna limitazione e senza differenze su tutto il territorio nazionale, per quanto consentito ovviamente dalle risorseche lo Stato investe in Sanità. Pensiamo davvero ad esempio che l’Autonomia Differenziata possa aiutare a garantire meglio questo diritto? Sappiamo bene tutti che già oggi questo non accade…
La quota di PIL che oggi l’Italia destina alla Sanità è ingloriosamente ultima tra i nostri paesi omologhi in Europa (Italia 6,7% – Spagna 7,3% – Francia 10,3% – Germania 10,9% <rapporto spesa sanitaria pubblica/PIL2022>). Nelle previsioni di bilancio di quest’anno sembrerebbe essere attorno al 6% o poco più…
Non va trascurato che l’attuale e persistente situazione di carenza e fuga dalla Medicina Generale si ripercuoterà inevitabilmente sul bilancio economico dell’ENPAM che dovrà continuare a garantire una pensione decorosa anche per le future generazioni di giovani MMG.
Queste considerazioni hanno portato a proclamare lo stato di agitazione nazionale. Forse si è atteso troppo ma adesso è arrivato davvero il momento di dire “BASTA”. La Medicina Generale non è più disposta a fare da imbuto a tutti i disservizi provocati da una gestione miope, quando non colposa, della sanità da parte della politica a qualunque livello.
Basta al sovraccarico burocratico
Basta all’essere considerati a parole da parte di tutti come figure centrali del SSN senza che seguano poi interventi finanziari e non solo a sostegno della professione.
Basta ai continui attacchi a mezzo stampa alla nostra professione da parte di soggetti che trovano facilmente cassa di risonanza presso giornali, tv e media. Non è più tollerabile essere considerati quasi dei delinquenti che lavorano poco e male e guadagnano tanto. (Ricordiamo tutticome i medici erano considerati eroi durante la pandemia…poi invece i MMG sono stati definiti latitanti… Eppure più dell’80% dei vaccini a livello nazionale è stato somministrato da noi nelle varie forme organizzative; se solo il 10% dei malati di COVID è stato curato negli ospedali, vuol dire che il rimanente 90% è stato curato a domicilio –da chi?- Noi i dati li abbiamo, e li hanno anche loro, ma fanno finta di non conoscerli…). Ma il refrain di guadagnare tanto lavorando poco e male ogni tanto viene riproposto, e allora viene da chiedersi come mai i giovani fuggono da una professione che consentirebbe lauti guadagni a fronte di un impegno così scarso! Riteniamo i nostri giovani colleghi davvero così poco furbi o c’è qualcosa che non quadra quando vengono fatte queste considerazioni?
Basta non riuscire più a fare i medici perché il nostro tempo è occupato prevalentemente da mansioniburocratiche che competerebbero ad altre figure.
Basta sentir ripetere ogni tanto la prospettiva della dipendenza che è solo un tentativo ipocrita per evitare di ammettere che in realtà si vuole togliere al nostro servizio sanitario la prerogativa di universalità, di capillarità, prossimità e fiduciarietà decretando così lo smantellamento del SSN almeno come lo conosciamo finora. E queste caratteristiche, che hanno reso il nostro uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, possono essere garantite solo dalla Medicina Generale. Non vogliamo sempre riportare i dati del gradimento degli italiani per i vari comparti del SSN come emergono da varie fonti di rilevamento, ma un libro appena uscito pubblicato da Edra per CENSIS e FNOMCEO mostra una fotografia abbastanza interessante della sanità nel nostro paese ( Il SSN un amore tutto italiano – a cura di Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO-Ed. Edra). Vi allego il QR code con il quale è possibile scaricare gratuitamente l’ebook.
Basta con i fondi a suo tempo stanziati per le dotazioni degli Studi dei MMG che le Regioni hanno accantonato e mai ridistribuito (salvo qualche rarissima eccezione).
Basta con le proposte di affidare compiti propri dei medici a soggetti che medici non sono, lasciando però poi al medico la responsabilità clinica, civile e penale nei confronti del proprio paziente. Va detto però che se noi lasciamo spazi nel nostro setting, qualcuno è pronto ad occuparli in men che non si dica, e questo è un errore che dobbiamo ammettere di aver talvolta commesso, anche nel recente passato.
E quindi per tutto questo e tanto altro adesso davvero BASTA!!!
Lo stato di agitazione nazionale che il Congresso ha deliberato per acclamazione avvia quindi il percorso che la legge prevede in questi casi. Se non ci saranno risposte dagli interlocutori ai vari livelli, la protesta salirà di tono fino alle decisioni estreme ed alla mobilitazione generalenelle modalità opportune.
È richiesto ovviamente il coinvolgimento di tutti e la convinzione che è in gioco non solo la nostra professione ma il futuro stesso del SSN.
Vi terrò costantemente informati di come evolverà lasituazione nelle prossime settimane e vi invito anche a consultare il nostro sito dove potete trovare ulteriori notizie (https://www.fimmgasti.it ).
Un caro saluto a tutti e buon lavoro.
Rosario Parisi
Segretario Provinciale FIMMG – ASTI